Risposta di Simone Di Stefano – Vicepresidente CasaPound Italia
Questionario
Ritiene che il sistema giudiziario Italia soffra di questo male?
Il sistema giudiziario soffre di molti mali: processi interminabili, giudici faziosi, privilegi castali, gogne mediatiche, carcere utilizzato come strumento di ricatto, abuso del pentitismo. Sono emergenze che ogni buona politica dovrebbe affrontare al più presto.
Ritiene che questo problema sia legato alla mancanza della responsabilità civile e penale degli amministratori di giustizia?
Certamente. I magistrati fanno un lavoro delicatissimo, che può incidere drammaticamente sulla vita dei cittadini. Eppure per i loro sbagli pagano meno di chiunque altro, sono praticamente intoccabili. Questa è una palese ingiustizia, una norma feudale che non può avere posto nell’Italia di domani. Non a caso sull’argomento il programma di CasaPound è chiaro: in esso chiediamo la “responsabilità civile del magistrato per colpa grave (norma, peraltro, che sarebbe dovuta essere introdotta dopo il referendum in merito del 1987, sistematicamente ignorato dal legislatore)”.
In quale misura la malagiustizia è influenzata dall’inefficienza delle sedi giudiziarie e dall’inerzia di taluni magistrati?
In una misura prossima al 100%.
Secondo Lei i doppi incarichi di molti magistrati pesano sulla struttura giudiziaria?
Certo, i doppi incarichi dei magistrati sono uno dei più classici comportamenti da “casta” che gettano ombra su questa categoria, anche a dispetto dei tanti giudici seri che mettono il loro lavoro al primo posto.
Ritiene gli impegni politici, più o meno indiretti, compatibili col lavoro del magistrato?
No. Si tratta di ambiti diversi che devono restare separati, ne va della credibilità della professione del magistrato. L’imparzialità, anche politica, del giudice è cruciale per una buona giustizia.
Non crede che le partecipazioni retribuite a corsi e convegni possano andare a scapito della normale attività lavorativa dei magistrati?
Assolutamente sì.
Quali ritiene debbano essere le priorità del sistema giudiziario?
Semplicemente l’amministrazione della giustizia, senza ruoli “etici” da incarnare, senza giacobinismi, senza presenzialismi mediatici. Non siamo in Iran, non abbiamo bisogno di una casta di sacerdoti che vigilino sulla virtù o che impongano la propria visione politica.
Lei crede che l’azione di volontariato condotta dall’AIVM possa essere utile alla società e alle persone non colpevoli lasciate alla propria disperazione ?
Tutte le iniziative volte ad aprire la strada alla giustizia giusta sono le benvolute.
Ha avuto modo di leggere o avere notizia del quotidiano Labruttitalia, organo di stampa dell’associazione AIVM?
Francamente no, ma cercherò di colmare questa lacuna, data l’importanza del compito che svolgete.
Simone Di Stefano
Write Your Comment